L’età macedone è tempo di centralizzazione e uniformità culturale: due direttrici che Bisanzio definirà ‘Taxis’, ‘ordine’. Il classicismo macedone è universale. Si reimposta il concetto del ‘fare la città’ fondato su cognizioni programmatiche e pure religiose. La città si fa ‘gloria dei santi’ per i quali ‘mille chiese e mille monasteri’ diverranno fulcri di santità. Questo coincide con la ripresa della vita urbana che già si era annunciata a metà dell’VIII secolo. L’architettura della rinascita si definirà in nuove scelte compositive e formali, collegate alla ritualità e alla sistemazione del programma iconografico determinato dall’Ortodossia.