M2. L3 online. Sicilia bizantina e tradizione bizantina in Sicilia: città e territorio

Questa lezione intende rappresentare cosa le fonti e l'archeologia raccontano della Sicilia protobizantina. Cosa, noi moderni, consideriamo bizantino rispetto alla realtà storica e materiale delle testimonianze ereditate: osservando la città, il suo territorio; il 'successo' o l''insuccesso' della città antica nel suo divenire medievale. L'analisi dei casi siciliani offrirà l'opportunità di riflettere su una fase fondamentale della storia mediterranea.

PG.L11. Miniatura e arti suntuarie in età macedone e comnena

Con il trionfo dell'Ortodossia, la miniatura si svolge per un ritorno a una classicità evocativa dell'antico che invece non sembra toccare allo stesso modo la pittura monumentale di età macedone. La rinascenza dell'Antico nella miniatura è dunque particolarmente evidente anche perché la decorazione dei manoscritti è collegata a cerchie di filologi eruditi, interessati a riprendere e trasmettere l'eredità culturale del mondo antico e tardoantico secondo quanto inteso nell'ambito della corte imperiale e delle eminenze del patriarcato.

PG.L12. L’età comnena e l’umanesimo del XII secolo

Costantinopoli, la città e l'architettura. Le correnti artistiche dominanti. Sotto Alessio I Comneno (1081-1118) si procede alla restaurazione dell'antico prestigio imperiale dopo la crisi della seconda metà dell'XI secolo. Il grande Scisma e le ingerenze occidentali avevano segnato ancor più profondamente il solco tra Oriente e Occidente. A Costantinopoli la cultura si conduce agli splendori del classicismo che domina la produzione letteraria, la cronachistica, la storiografia e l'enciclopedismo. Nel romanzo avvertiamo echi cavallereschi. Costantinopoli si arricchirà di nuove aree residenziali – come quello delle Blacherne – e nuovi complessi funzionali, come l'Orphanotropeheion all'acropoli. Splendidi monasteri e quartieri multietnici faranno di Costantinopoli una città ancora più cosmopolita. Il concetto che si afferma è quello della preziosità, nella grandezza, nella prosperità.

PG.L13. Mosaico e pittura parietale a Costantinopoli e nei territori greci

Costantinopoli, la Grecia, Cipro: tre ambiti che hanno mantenuto testimonianze fulgenti della grande arte monumentale di questo periodo. Eppure nella capitale l'unico lacerto fondamentale per questo momento rimane il pannello musivo devozionale di Giovanni II Comneno e di Irene alla tribuna di Santa Sophia. È a Dafní, in Attica, che sopravvive la più alta testimonianza del mosaico comneno, prodotto, verosimilmente, da maestranze inviate da Costantinopoli. Le tendenze del XII secolo si possono rilevare nei grandi cicli di affreschi di Cipro, della Grecia settentrionale e dei Balcani bizantini. E' tecnica che offre la possibilità di estendere la decorazione su superfici più vaste e articolate e questo consente anche di arricchire i programmi iconografici.

PG.L14. Arte monumentale di tradizione bizantina oltre i confini dell’impero

Oltre i confini di Bisanzio, Bisanzio vive e si sviluppa perché rimane pur sempre archetipo estetico e ideologico al quale attenersi e adeguarsi. Ciò è frutto di discendenze culturali, influenze politiche, relazioni economiche e diplomatiche. Così è in Serbia e nei territori Bulgari, a Kiev o in Georgia. In Italia questo si documenta soprattutto nel Meridione e a Venezia. Il Sud che aveva mantenuto una certa continuità con il mondo greco rinnova l'archetipo bizantino e lo piega all'universalismo normanno. Venezia si veste di Bisanzio per confermare la sua legittima filiazione e continuità con Costantinopoli. Nei Balcani, a Nerezi e a Kastoria la pittura ad affresco rinnova di narratività piena di patetismo e pietà: il drammatico qui si dispiega parallelamente all'allontanamento dagli echi classici.

PG.L15. Il Duecento ‘bizantino’ dell’impero latino e degli stati limitrofi

Nel 1204 i Latini conquistano Costantinopoli. La IV Crociata diventa una mostruosità agli occhi dei Bizantini. A Nicea, Tessalonica, Trebisonda si ritireranno gli scampoli dinastici degli imperatori di Bisanzio. A Costantinopoli i Latini si sostituiscono ai Greci nella committenza mentre nei nuovi principati bizantini si sperimentano fusioni provinciali e declinazioni specifiche. L'arte bizantina fiorisce in Serbia e in Kosovo dove si aprirà a novità e aggiornamenti: trionfa l'affresco che offre straordinarie opportunità compositive e programmatiche. In Bulgaria e Russia si affermano scuole locali che innovano il linguaggio di tradizione bizantina. In Italia, Venezia si veste di Bisanzio e recepisce la 'maniera greca'. La Terra d'Otranto conferma i suoi contatti con Bisanzio attraverso scambi di maestri e cultura figurativa.

PG.L16 Venezia veneto-bizantina del Duecento e l’Italia del Duecento

La conquista di Costantinopoli pone Venezia in primo piano. Il Duecento veneziano è 'imperiale'. L'area marciana conserva la sua preminenza e la Piazza completa la sua definizione spaziale e formale. La Basilica si ricopre di marmi quando anche la fabbrica si sta completando dell'estensione del nartece. L'arrivo dei Cavalli dall'Ippodromo di Costantinopoli, e con loro, dei Tetrarchi dal Philadelphion, dei Pilastri dalla Basilica di San Polyeucto e di molto altro ancora: tutto questo patrimonio bizantino fatto di 'regalia insigna', hanno l'obiettivo di marcare la Dominante della Quarta parte e mezzo dell'Impero di Romania. Venezia nel XIII secolo rielabora i modelli bizantini: e la cosa ha delle parallele e differenti declinazioni a Genova, Parma, Bologna e, soprattutto, a Firenze, Siena e Roma.

PG.L19. Mosaico e pittura di età paleologa a Bisanzio e oltre i confini dell’Impero fino alla caduta di Costantinopoli (1300 – 1453)

La celebre Deesis della tribuna meridionale di Santa Sophia introduce alla nuova e ultima stagione del mosaico costantinopolitano che si avvia nell'ultimo quarto del XIII secolo. Ancora oggi rifulgono gli splendori del complesso di Pammakaristos e di San Salvatore in Chora: di molti altri la tradizione letteraria celebra gli splendori perduti. Il mosaico dunque mantiene e conferma il suo ruolo di 'arte nazionale' e si riprende da dove si era interrotto nel 1204, ovvero continuando e aggiornando i grandi modelli classici comneni. Arte di pathos e monumentalità intimista: carattere che si profonde anche nell'affresco.

PG.L20. L’ICONA dall’età macedone alla fine di Bisanzio

Dopo il trionfo dell'Ortodossia l'icona assume un valore sacro fondamentale e incommensurabile. E' soglia del sacro, porta regale alla visione, indizio della partecipazione al santo. Della produzione se ne rileveranno le direttrici culturali e religiose, i rapporti con l'arte monumentale e la miniatura.

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