| Storici dell’Arte | rubrica a cura di Domenico Salamino
Rudolf Wittkower pubblica nel 1949 i Principles in the Ages of Humanism: un saggio ancora oggi fondamentale per l’argomento. Qui l’Autore estende il tema proposto in continuità con le ricerche iconografiche e le riflessioni sul simbolismo già sviluppate dal Warburg Institute, da Lui frequentato sin dal 1939.
Negli scritti sull’architettura albertiana, postalbertiana e palladiana – così come in quelli dedicati alla scultura, a Michelangelo e Bernini in particolare – Wittkover scava tra le problematiche culturali determinanti pure il linguaggio stilistico: ne emerge una Storia dell’Arte frutto del clima culturale – del pensiero matematico, filosofico, religioso – intorno ai quali si intrecciano i fatti artistici.
Lo studio di Bernini (Gian Lorenzo Bernini. The Sculptor of the roman Baroque, 1955) gli consentirà una riflessione profonda sul rapporto tra forma scolpita, suo linguaggio e lo spazio di destinazione; il valore pittorico ed espressivo, dedotto dalla padronanza e innovazione della tecnica: il tutto secondo il principio del ‘composto’ da Lui coniato per rimandare a quella koiné delle arti che diventa cifra distintiva di Bernini stesso e del Barocco da lui derivato.
Nel 1958 pubblica la magistrale opera curata da Nicolas Pevsner: Art and Architecture in Italy 1600 to 1750. Tratta la materia partendo da considerazioni logistiche e topografiche, esaminando realtà per realtà, centro per centro, la complessa geografia architettonica italiana. Con lui si determina il metodo geografico artistico, mai concluso e sempre portato a integrazioni e rivalutazioni critiche.
Gianfranco Gianotti legge l’intervento di Giovanni Romano sul percorso critico e storiografico Rudolf Wittkower.
L’intervento si tiene l’8 ottobre 2015 a Torino in occasione della Sesta Conferenza del ciclo Scienziati tedeschi.
© Accademia delle Scienze di Torino