| Storici dell’Arte | rubrica a cura di Domenico Salamino
Tra il 1948 e il 1949 la casa cinematografica Universalia produce la serie Uomini e Idee. Roberto Longhi si presta all’impresa offrendo due interventi: uno dedicato a Vittore Carpaccio; l’altro a Caravaggio.
L’amicizia con il regista Umberto Barbaro, autore dei due filmati, conduce lo Storico dell’Arte a servirsi della macchina da ripresa per sperimentare un modo nuovo e intelligente di approssimarsi al pubblico più vasto. Il documentario diventa strumento altro della critica. Ne aumenta il potenziale comunicativo e ne amplifica la diffusione.
Il Vittore Carpaccio è un documentario importante: perché ci è giunto pressoché integro; e perché Longhi si cimenta in un esercizio di adattamento linguistico e di contenuto critico al medium utilizzato, ma col fine nobile di garantire la «diretta e riuscita espressione letteraria».
Ciò si ottiene, a livello tecnico, offrendo una narrazione «perfettamente sincrona allo scorrere delle immagini». Allora l’immagine dinamica e il testo narrato – dosato nelle pause, nell’espressività, con dovizia di ritmica – accompagna lo spettatore, lo conduce all’opera e alla osservazione.
Bibliografia:
F. Gizzi, Dal Carpaccio di Longhi all’Andrej Rublëv di Tarkovskij, ovvero del cinema come strumento di lettura e interpretazione dell’opera d’arte, “Artista. Critica dell’arte in Toscana”, vol. 2012, pp. 64-79
>>> Roberto Longhi in Dizionario Biografico degli Italiani